Napoli, 26 gennaio 2012 – E alla fine la Campania si ferma. E se qualcuno riesce a mettere il piede sull’acceleratore della sua auto, dopo drammatiche e interminabili code ai pochi distributori riforniti in queste ore, il collasso lo si registra ovunque. Dal settore delle imprese. Basti ricordare il terzo giorno di stop nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, in linea con Melfi, Cassino e Mirafiori. Perché è inutile produrre se poi nessuno trasporta nulla. Un blocco, quello degli autotrasportatori contro il caro gasolio, che ha messo il freno pure a stabilimenti come quello della Coca Cola di Marcianise, a Caserta, e di Rionero, nel potentino. Qui dove c’è pure il rischio di garanzia, se la protesta dovesse procedere a oltranza, dei livelli occupazionali. Ma se non c’è materia prima per la produzione di bevande gassate e l’imbottigliamento, è inutile sbracciarsi. Dunque, produzione ferma, come lo è per aziende di tanti altri piccoli marchi. Devastanti gli effetti per gli esercizi alimentari, grandi e piccoli, dove il bollino rosso è nella fotografia di corridoi deserti che ospitano gli scaffali di latte, pane, olio e altri beni di prima necessità. Vuoti, come molte strade delle cinque province, dove il flusso di autovetture è minimo per la mancanza di carburante. Ancora poche le scorte nei rari distributori. Da ieri le autocisterne viaggiano, comunque a singhiozzo, e scortate da polizia e carabinieri Fare benzina è possibile, prevedendo comunque lunghe code, nell’area orientale di Napoli, in provincia (zona Arzano-Casoria) e nel Salernitano. C’è chi ne ha fatto opera di sciacallaggio, come quel gestore di un impianto di distributore a Caiazzo, nel Casertano, autorizzato a rifornire solo a titolari di partita Iva, ma che ha aperto le porte a tutti e ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Affari d’oro, fino ai controlli della Finanza e al sequestro dell’impianto. Intanto i blocchi principali sono stati smobilitati. Niente più presidi alle barriere autostradali di Napoli e Caserta, dove la circolazione è tornata regolare. Cinquanta autocompattatori sono in coda da due giorni in attesa di scaricare negli Stir. La conseguenza si sente e si respira. Sono seicento le tonnellate di rifiuti accumulate nel solo perimetro di Napoli. Ed è di nuovo emergenza spazzatura, ma, almeno in questo caso, non c’entrano le negligenze degli amministratori.
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